Ucciso con una coltellata al termine di una lite. Tragedia nella notte a Cagliari in un locale di via Caprera, il Donegal: un uomo di 37 anni – Fabio Piga, cagliaritano – è stato colpito con un fendente al petto. Ha perso molto sangue e i soccorsi sono stati inutili. Sul posto per le indagini sono arrivate subito le pattuglie della Polizia. Il presunto responsabile è già stato identificato e fermato dagli agenti delle volanti e dagli investigatori della Mobile. Al lavoro anche gli specialisti della Scientifica.
Cagliari ha visto il suo quieto vivere infrangersi ancora una volta contro la cruda realtà della violenza. Nella notte, un altro episodio di ordinaria follia si è consumato tra le sue strade: un uomo di 37 anni è stato barbaramente ucciso con una coltellata al petto.
Fabio Piga è caduto sotto i colpi feroci di un destino beffardo. Il tutto sarebbe nato da una lite, l’ennesima disputa futile, trasformata in tragedia da un’escalation di tensioni che ha lasciato tutti sgomenti.
Ma la domanda che sorge spontanea, e che come sempre rimane senza risposta, è: perché? Perché si deve arrivare a tanto? La banalità del male, direbbe qualcuno. Eppure, dietro ogni coltellata c’è una storia, una vita spezzata, un dramma umano che va oltre la cronaca nera.
I fatti sono semplici nella loro brutale linearità: una discussione, forse un diverbio per motivi futili, è degenerata in un’aggressione letale. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine e i sanitari del 118, ma per l’uomo non c’era più nulla da fare. È deceduto sul colpo, lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile e una scia di dolore.
E mentre si cerca di ricostruire la dinamica dell’accaduto, Cagliari si sveglia con l’ennesima ferita. Una città che, nonostante tutto, continua a vivere tra contraddizioni e speranze, tra il desiderio di sicurezza e la realtà di una violenza che sembra non voler dare tregua.
Quello che resta è il senso di impotenza, la consapevolezza che, in fondo, la vita di ognuno di noi può essere spezzata in un istante. Un istante che non conosce né ragione né giustizia, ma solo la fredda, spietata logica della violenza. E mentre le indagini proseguono, con l’auspicio che il colpevole venga presto assicurato alla giustizia, non possiamo che chiederci: fino a quando dovremo assistere a queste tragedie? Fino a quando dovremo convivere con la paura che una lite, un diverbio, una parola di troppo possano trasformarsi in una sentenza di morte?
La risposta, purtroppo, sembra lontana. E intanto, Cagliari piange un altro dei suoi figli, Fabio, vittima di una follia che non conosce confini né pietà.