Rubato in cattedrale e ritrovato sotto un macchione nella pineta di Fertilia. Come sono andati realmente i fatti e alcuni chiarimenti in merito.
Sui social, e in particolare su facebook, ha avuto notevole risonanza la foto di un crocifisso, ritrovato nella pineta situata all’ingresso principale di Fertilia.
Sul posto agivano gli operai della Cooperativa sociale Ecotoni, impegnati a sfoltire il sottobosco e, come sempre succede, a raccogliere spazzatura e oggetti vari abbandonati tra i macchioni dai soliti incivili (ma ci vorrebbe ben altro termine per definire certi personaggi). Per ragioni di sicurezza la raccolta viene fatta con guanti e pinze e guarda caso una pinza si rompe a causa del peso sollevato. Sembra un ammasso di stoffa sporca e come tale finisce dentro il bustone dell’indifferenziato.
Il peso del bustone però insospettisce la coordinatrice dei lavori, la dott.ssa Chiara Rosnati, che decide di ficcarci le mani. E’ a questo punto che appare il crocifisso, salvato da una tragica fine: la discarica! L’emozione è tanta, e forte il desiderio di restituire l’oggetto sacro al suo proprietario, perché sembra a tutti ovvio che si tratti di refurtiva. Il pensiero va subito alla vicina Parrocchia di San Marco, per cui aiutati da una signora del posto si va alla ricerca di Don Filippo, il parroco. Il prete alla vista del crocifisso quasi si commuove, tuttavia ammette che a lui non risulta che a San Marco sia stato rubato un crocifisso di tale fattura. La storia sarebbe finita qui, senonché un ex carabiniere in pensione, interessato ai lavori e informato del ritrovamento, ricorda vagamente di un furto avvenuto in Cattedrale, proprio di un crocifisso, di cui aveva ricevuto denuncia, ma colloca il fatto a una ventina di anni fa.
La notizia in breve tempo fa il giro di Fertilia e inevitabilmente trova spazio anche nei quotidiani locali online. C’è chi arriva a dire che in altri tempi nel luogo del ritrovamento avrebbero fatto sorgere una chiesetta! Questa, se vogliamo, è la cronaca di ciò che già è noto, in realtà però la storia del crocifisso continua e riserva altre sorprese. Don Filippo vuole vederci chiaro e pubblica la foto del crocifisso ritrovato nel profilo WhatsApp della forania, così che anche gli altri parroci possano riconoscerlo ed eventualmente indicarne la proprietà. Immediatamente risponde Don Angelo Cocco, il parroco della Cattedrale, che riconosce il crocifisso della croce astile usata nelle processioni, di bella fattura. A conferma di ciò, in Cattedrale era rimasta la base da cui era stato spezzato, e le due parti combaciano perfettamente.
A questo punto il crocifisso è ritornato nel suo luogo naturale ma siccome necessitava di una pulizia e di un restauro accurato, è stato affidato alle cure di un noto restauratore di Alghero. A Don Angelo Cocco abbiamo rivolto alcune domande, perché ormai la curiosità traboccava e si sentiva la necessità di dare al crocifisso la sua giusta collocazione, non solo quella fisica. Innanzitutto abbiamo voluto definire il valore storico del crocifisso, che secondo don Angelo risale al massimo agli anni ’50, quindi si tratta di qualcosa di moderno, realizzato in buona fattura ma poco interessante sul piano storico e artistico. Veniva usato nelle processioni come croce astile e durante l’anno conservato nella cappella dell’Annunziata, nel transetto di sinistra della Cattedrale di Alghero. Per quanto riguarda il furto, sempre Don Angelo ci spiega che esso è avvenuto circa otto, nove anni fa, non venti come riferito da diversi quotidiani online. Del furto è stata fatta regolare denuncia alla Compagnia dei Carabinieri di Alghero, denuncia corredata dal video delle telecamere di sorveglianza, che riprendevano un signore con la barba e ben coperto, che per separare il crocifisso dall’asta lo ha spezzato alla base sbattendolo sulla balaustra. I Carabinieri di Alghero purtroppo non sono riusciti ad identificare il personaggio, quel volto non risultava registrato nei loro archivi, per cui poteva trattarsi di un balordo in trasferta o di passaggio. Da quel momento in poi l’oblio, sino alla mattina del 9 maggio 2024, giorno del ritrovamento. Fine della storia? No, perché c’è una coda, importante da riferire. Anche i Carabinieri di Alghero hanno letto del ritrovamento e fatto le loro indagini, confermando quanto riferito da Don Angelo. Tuttavia hanno voluto sincerarsi del luogo del ritrovamento facendo visita alla pineta di Fertilia, e conferendo con la coordinatrice della Cooperativa sociale Ecotoni per una piccola e bonaria tirata di orecchie: quando si trovano oggetti di un certo tipo, gli unici deputati al ritiro sono i Carabinieri, ed è a loro che il crocifisso andava consegnato.
Questo per completare la pratica della denuncia e per evitare che altri possano impossessarsi di cose che non gli appartengono. Tutto è bene ciò che finisce bene, compreso ribadire il giusto percorso che devono fare gli oggetti rubati e poi ritrovati.