Tra storia e leggenda: Il martirio di Sant'Efisio nelle fonti e nell'arte

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  La prima testimonianza scritta della vita e del martirio del santo guerriero è “La Passio Sancti Ephysii”, tramandata fino a noi da un codice vaticano - latino, in cui un presbitero, Marco, afferma di essere stato testimone delle vicende del Santo. La vita e il martirio del Santo sono rappresentate unicamente dagli affreschi dello Spinello Aretino presso il cimitero monumentale di Pisa, a oggi deturpati da crepe in seguito ad un incendio. Ma è grazie all’opera di Carlo Lasinio e del figlio Giovanni Paolo che hanno rappresentato su lamina le meravigliose raffigurazione dello spinello quando ancora erano visibili. 

  Però gli studiosi moderni esprimono dubbi sulla veridicità di questa versione e sostengono che si tratti di una leggenda creata nel tardo Medioevo, sulla falsariga della versione di un martire palestinese, San Procopio. Eusebio cita Procopio come il primo dei martiri della Palestina, ma con poche notizie; egli fu condotto davanti al tribunale del governatore dove gli fu chiesto di sacrificare agli dei, ma Procopio si rifiutò, allora fu invitato a fare delle libagioni ai quattro imperatori, ma ancora una volta egli rispose, citando un motto di Omero “Non è bene che vi sia un governo di molti; uno sia il capo, uno il re”. La figura di s. Procopio martire costituisce un ‘caso’ a sé nella metodologia agiografica antica, infatti ben tre ‘leggende’ successive elaborano la sua figura e il suo martirio, intessendola di elementi fantastici e leggendari; che a loro volta sono passati in diverse omelie o panegirici in onore del martire; influenzando anche Calendari, Martirologi e Sinassari bizantini. Riportiamo alcuni brani della passione di Sant'Efisio tradotti da Cenza Thermes: Diocleziano ordina che Efisio venga catturato: "Allora l' imperatore, udite queste cose , e avendo ben letta la lettera di Efisio, turbato, si senti pieno d'ira. E, consigliatosi con i suoi, fece chiamare uno dei suoi soldati, chiamato Iulcio, e lo nominò giudice, affinchè perseguitasse i cristiani che si trovavano nelle zone del Cagliaritano. E gli disse:" Prendi con te alcuni nobili cittadini di questa città e con queste nostre credenziali recati quanto prima a Cagliari, in Sardegna. Impadronisciti di Efisio, figlio della nobile Alessandra, e se non rinsavirà, uccidilo sottoponendolo a vari supplizi. " Efisio viene imprigionato: "Non parlare così: Infatti riesco a sopportare tutto ciò che dici, perché sei un mio amico". E rispose il beato Efisio: "Ti ho detto che sono cristiano e giorno e notte adoro la croce di Cristo, poiché egli ha potere su tutto ciò che è carne e su tutti i giudici della terra e sopra i re e sopra i principi". Allora il giudice, con i suoi soldati, preso dall'ira lo fece legare e cosi legato chiudere in una prigione.

  Efisio viene fustigato e scorticato: Il giudice udendo queste cose, con volto oscuro e acceso da molta rabbia, spinto dal diavolo,ordinò che venisse fustigato a morte davanti a lui, tanto a lungo finchè sedici soldati, susseguendosi gli uni agli altri, non si sentissero fiaccati. Ma quelli che erano li presenti, vedendo il beato Efisio fiorente nella sua giovanile età e compassionandolo per la sua bellezza, piangevano di vero dolore. Frattanto i carnefici con uncini di ferro gli laceravano le carni così che vennero poste a nudo le co- stole e le altre ossa, ed essi dissero che era morto. Efisio, per conto suo, sperava nel Signore, con il quale quotidianamente era a colloquio. La carne e i nervi appena quasi si potevano vedere, perchè erano caduti in pezzi per terra, ma dalla bocca usciva soltanto la preghiera. Nuovamente il giudice lo fece riportare in carcere, poiché scendeva la sera e poiché pensava in qual modo, il giorno seguente, lo avrebbe fatto tormentare con il fuoco. Efisio viene arso vivo: Prese le decisioni, quindi, ordinò di accendere una fornace di straordinaria grandezza e, accese le fiamme, ordinò che vi gettassero dentro il martire, caro a Dio. Ma il gloriosissimo martire, difendendosi con il segno della santa e vivificante croce, innalzava un canto dicendo: "O Signore, mi hai provato col fuoco e non è stata trovata in me nequizia. Come l'oro nella fornace ai sperimentato me, Signore. Ed ora, Signore, chiedo la tua clemenza, cosicchè, come liberasti in Babilonia i tre fanciulli dalla fornace ardente, cosi liberi me da quesro fuoco ardente, affinchè queste genti vedano i tuoi miracoli e glorifichino il tuo nome per i secoli dei secoli". Efisio viene ucciso a Nora: Quindi il beato martire di Cristo Efisio fu martirizzato nel diciottesimo giorno dalle Calende di feb- braio, presso la città di Cagliari, nell' isola di Sardegna, nel luogo che è detto Nuras e fu sepolto in una zona verso oriente, durante il regno di Diocleziano, essendo rappresentante dell'impero Flaviano.