Il silenzio regna sovrano nel piazzale del Porto di Tharros, dove gigantesche pale eoliche giacciono in attesa di poter prendere il proprio posto negli skyline della Sardegna. L'immagine delle navi ormeggiate, cariche di questi "giganti eolici", desta preoccupazione e domande inespresse.
L'approdo delle pale nel porto è solo il preludio di un piano che promette di ridisegnare il paesaggio sardo.
I dettagli sono delineati con precisione chirurgica: si prevede l'eliminazione di rotonde, vegetazione e linee elettriche per facilitare il trasporto dei mega aerogeneratori. Tuttavia, le navi stazionano immobili, il che solleva interrogativi sullo stato attuale e futuro del progetto eolico e sulle implicazioni ambientali e infrastrutturali.
Nessuno sembra farsi avanti per rivendicare la responsabilità di questa imponente operazione.
I documenti rimangono celati nelle maglie della burocrazia, mentre il consenso necessario per procedere con il progetto tarda ad arrivare. I piani per il trasporto via terra, che abbiamo avuto modo di visionare, si presentano come vere e proprie operazioni di assalto, con conseguenze significative sulla fisionomia dei luoghi e sulla vita dei centri abitati.
Con un approccio che potrebbe sembrare quello di un invasore piuttosto che di un benefattore, il progetto solleva questioni non solo logistiche ma anche etiche.
Le aziende coinvolte, dai giganti del petrolio agli investitori internazionali, sembrano avere delineato una strategia che pone al centro il porto di Oristano, trasformandolo nel fulcro dell'espansione eolica nell'isola.
E mentre le autorità locali, rappresentate dai Sindaci, potrebbero ergersi a difensori dell'integrità territoriale con le proprie ordinanze, il tempo scorre inesorabile.
Il "piano di invasione" che si prospetta richiede un'attenzione immediata e azioni preventive per assicurare che lo sviluppo delle energie rinnovabili non vada a discapito dell'ecosistema locale e della qualità della vita dei sardi.
Resta da chiedersi quale sarà il destino di queste pale eoliche e del paesaggio sardo. È imperativo che un bilanciamento tra sviluppo sostenibile e tutela ambientale guidi ogni passo di questo processo. Le comunità interessate devono essere ascoltate e coinvolte, perché le decisioni odierne plasmeranno il volto della Sardegna del futuro e in maniera, forse, irrimediabile.