Il Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, riunitosi a Cagliari lo scorso 9 gennaio, ha adottato nuove linee guida per l'iscrizione all’Albo dei giornalisti nell'elenco dei pubblicisti, decisione che si inserisce in un contesto nazionale di crescente attenzione verso la qualità e la professionalità del giornalismo.
La deliberazione richiede ora ai candidati di dimostrare un impegno non occasionale nel campo giornalistico, con collaborazioni regolarmente retribuite per quotidiani, periodici, emittenti radiotelevisive e siti online nei due anni precedenti la richiesta di iscrizione. Importante notare, tuttavia, che restano escluse le collaborazioni in ambito tecnico, professionale o scientifico non diretto da iscritti nell’Elenco Speciale.
Queste nuove disposizioni puntano a elevare lo standard di chi entra nel giornalismo professionale, assicurando che i nuovi entranti abbiano non solo l'esperienza pratica ma anche una solida comprensione della deontologia e del quadro legislativo specifico della professione. In particolare, l'introduzione di un colloquio per verificare queste conoscenze, prevista a partire dal primo settembre 2024, è una novità che riflette l'intenzione dell'Ordine di rafforzare l'integrità e la responsabilità nel settore.
Tuttavia, le nuove regole non sono prive di critiche. L'aumento del numero di articoli richiesti e la soglia di retribuzione imposta per l'iscrizione potrebbero rappresentare un ostacolo significativo per i giovani giornalisti e per chi proviene da contesti meno tradizionali o economicamente svantaggiati. Si solleva quindi la questione se queste norme possano effettivamente contribuire a un miglioramento qualitativo del giornalismo o se rischino piuttosto di limitare l'accesso alla professione a una cerchia ristretta di candidati già ben inseriti nei circuiti editoriali mainstream.
Inoltre, l'efficacia del corso online gratuito per pubblicisti, destinato all'apprendimento delle norme deontologiche e legislative, sarà fondamentale per preparare adeguatamente i futuri giornalisti.
L'accessibilità e la qualità di tali corsi saranno cruciali per garantire che tutti i candidati, indipendentemente dalla loro situazione geografica o economica, possano competere ad armi pari.
Le nuove politiche dell'Ordine dei giornalisti della Sardegna rappresentano quindi un tentativo lodevole di adattare la professione alle sfide contemporanee, ma sarà importante monitorare attentamente gli effetti di tali misure sulla diversità e l'inclusività nel giornalismo regionale. Come sempre, il diavolo si nasconde nei dettagli, e solo il tempo dirà se queste riforme porteranno a un miglioramento genuino della professione o se si riveleranno barriere nascoste per le nuove leve.
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