A Cabras, tra salti della fune e piegamenti per diventare vigile urbano

-
  A Cabras, la selezione del nuovo vigile urbano prende una piega che solleva più di un sopracciglio tra coloro che seguono con attenzione le politiche di assunzione pubblica. Con il completamento della prova orale, si avvicina la fase conclusiva del concorso, caratterizzata da una prova fisica che comprende 50 salti con la fune, test navetta e piegamenti sulle braccia.

  Questo trittico atletico, previsto per domani al Palazzetto dello Sport, sembra quasi un decathlon ridotto che decide il destino professionale degli aspiranti agenti. L'approccio atletico, enfatizzato dal sindaco Andrea Abis come essenziale per garantire vigili "abili e pronti ad intervenire in qualsiasi situazione", solleva però alcuni interrogativi. Non è forse un po' riduttivo pensare che la mera capacità di saltare la corda o eseguire piegamenti determini l'attitudine a gestire le complessità e le responsabilità di un vigile urbano? 

  È certo ammirevole l'intenzione di preparare agenti capaci di rispondere prontamente alle esigenze fisiche del ruolo, soprattutto in un contesto costiero come quello di Cabras. Tuttavia, ridurre il processo selettivo a una sorta di torneo atletico rischia di trascurare altre qualità fondamentali quali giudizio, capacità decisionale e competenze interpersonali, tanto cruciali quanto la forma fisica per chi deve far rispettare la legge e garantire la sicurezza pubblica. 

  Il commissario Carlo Scanu, nominato per supervisionare queste prove, si trova così a gestire un evento che, se da un lato può attrarre l'attenzione per la sua inusuale vivacità, dall'altro solleva perplessità su quale sia il vero significato di "idoneità" in contesto di servizio civico. Questa non è una gara per l'impiego più veloce o il più resistente fisicamente, ma la ricerca di un individuo equilibrato, capace di comprendere e gestire le sfide quotidiane che il ruolo di vigile urbano inevitabilmente comporta.

  La vera domanda che gli amministratori di Cabras dovrebbero porsi è se queste prove atletiche offrano davvero una misura adeguata delle competenze necessarie a svolgere un tale incarico con efficacia e saggezza. Mentre il 22 aprile si avvicina e con esso l'annuncio del vincitore, rimane da vedere se il futuro vigile urbano di Cabras sarà ricordato più per le sue prestazioni atletiche che per la sua abilità nel mantenere la sicurezza e l'ordine pubblico. E questa, forse, sarà la vera prova di quanto sia matura la nostra comprensione del servizio civico in un'era che continua a esaltare l'azione rapida a discapito, talvolta, della riflessione profonda.