Il processo d'appello tenutosi oggi a Cagliari, riguardante un post pubblicato nel 2017 sulla pagina Facebook del Coordinamento antifascista cagliaritano contro Matteo Salvini, si è concluso con la conferma della sentenza di primo grado. Il post in questione, emerso in concomitanza con una manifestazione del leader della Lega a Cagliari, conteneva riferimenti a ghigliottine, rivoluzione francese e piazzale Loreto, evocando un contesto storico di notevole tensione.
Il destinatario delle minacce, Matteo Salvini, è stato rappresentato dall'avvocata Claudia Eccher, mentre l'imputato, Mauro Aresu, 38 anni, esponente dell'associazione antimilitarista A Foras, ha avuto come difensore l'avvocata Marcella Cabras. La Procura Generale, rappresentata dal sostituto procuratore Sergio De Nicola, aveva sollecitato una condanna a un anno di reclusione per l'accusato, includendo le contestazioni di minacce, diffamazione e istigazione a delinquere.
La Corte d'Appello, facendo riferimento al verdetto già pronunciato dalla giudice Cristina Ornano, ha deciso di condannare Aresu al pagamento di una multa di 500 euro, assolvendolo tuttavia dalle accuse di diffamazione e istigazione a delinquere.
Questa decisione pone fine a un lungo processo legale, ribadendo la sentenza già emessa in primo grado e delineando un quadro giuridico preciso in merito alle responsabilità dell'imputato.
La vicenda ha sollevato ampie discussioni sul delicato equilibrio tra libertà di espressione e responsabilità legale nell'uso dei social media, in un contesto sempre più attento alle possibili conseguenze delle parole veicolate attraverso le piattaforme digitali.
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