In un pomeriggio denso di anticipazioni e riflessioni, il vicepresidente del consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha srotolato i progetti del suo "L’Italia dei Sì 2023-2032" nella cornice del Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, a Portici. Tra le pieghe di questo piano ambizioso si insinua la questione scottante della sicurezza stradale, un tema che trasuda l'essenza amara del dolore e la ricerca di giustizia.
Salvini, al cospetto di "alcuni familiari delle vittime della strada che hanno perso i loro figli", ha lanciato un messaggio che va oltre la retorica istituzionale: la promessa di un codice della strada rinnovato, l'auspicio di "più controlli, più rigore, più serietà" come antidoti alla tragedia quotidiana delle strade italiane. Le parole del Ministro suonano come un inno al buon senso, eppure nascondono un'aspra critica a un sistema di controlli che sembra non bastare a evitare l'irreparabile.
"Se ti metti al volante in condizioni indecenti ne paghi le conseguenze" - la sentenza di Salvini è ineccepibile, la logica inattaccabile. Ma è qui che si inserisce la voce del deputato e Presidente del Dipartimento Insularità della Camera, Ugo Cappellacci, con una riflessione che rasenta il sarcasmo politico.
"Con la nomina di un ‘non sardo’ alla Sanità la Presidente Todde sfiducia la sua stessa coalizione" - un'affermazione che stride con il discorso del Ministro, ma che invita a leggere tra le righe di una decisione che potrebbe non essere stata accolta con il consenso unanime degli alleati.
Non è solo la figura dell'outsider a fare eco nell'affermazione di Cappellacci, ma il sospetto di un malcontento latente, un segnale di allarme che suggerisce come la fiducia all'interno della coalizione possa non essere così granitica come ci si aspetterebbe. "Non c’era nessun esponente della coalizione o un tecnico isolano meritevole della fiducia della Presidente?" - la domanda di Cappellacci non cerca risposte, ma sottolinea l'incoerenza percepita tra le scelte compiute e le aspettative tradite.
Severino Nappi, Capogruppo della Lega in Consiglio Regionale Campania, eleva il dibattito, sostenendo che il nuovo Codice della Strada porterà una mano più ferma contro i "veri e propri criminali" della strada. È un appello al rigore che si confronta con la realtà amara delle statistiche degli incidenti mortali e con il dolore delle famiglie che, come quelle rappresentate dall'Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada Odv, hanno pagato il prezzo più alto.
Elena Ronzullo e Rosa di Bernardo, figure di punta dell'associazione, hanno salutato la giornata di confronto con entusiasmo, testimoniando l'importanza di un dialogo aperto e costruttivo con le istituzioni.
La loro voce si unisce a quella di Biagio Ciaramella dell'Associazione Unitaria Familiari e Vittime della Strada Odv, che pone l'accento sull'urgenza di un aggiornamento normativo in grado di far fronte all'emergenza stradale.
In questo intricato intreccio di promesse e aspettative, il dibattito sull'approvazione del nuovo codice della strada si carica di significati che vanno oltre il semplice rispetto delle regole: diventa simbolo di un'attenzione più marcata verso il valore della vita umana, verso la necessità di prevenzione e verso la severità delle sanzioni.
Tra la certezza del rigore annunciato da Salvini e la diffidenza espressa da Cappellacci, la politica italiana si muove su un crinale, cercando il punto di equilibrio tra la necessità di rinnovare le proprie strutture e la volontà di mantenere una coesione che non sia soltanto di facciata. Nel dialogo tra queste diverse voci, è la società civile a dover trovare la sua strada, consapevole che ogni scelta politica, ogni norma, ogni sanzione, si traduce in carne ed ossa sulla realtà del manto stradale.