A Olbia, la convivenza tra uomo e natura si fa sempre più complessa, in una città dove la presenza dei cinghiali non è più un evento sporadico, ma una costante che incide sul quotidiano dei cittadini. Il fenomeno, lungi dall'essere una novità, ha raggiunto un punto di non ritorno con decine di questi ungulati che, ormai da mesi, si aggirano indisturbati in quartieri come Poltu Cuadu, Olbia Mare e vicino all'aeroporto Costa Smeralda.
Il crepuscolo diventa il momento preferito per questi branchi alla ricerca di cibo, in una città che sembra aver perso la battaglia contro un'invasione silenziosa ma palpabile. L'ultimo episodio, documentato e divenuto virale sui social il 27 marzo, mostra una famiglia di cinghiali, cuccioli inclusi, attraversare le vie di Poltu Cuadu sotto gli occhi increduli e preoccupati dei residenti.
Questa convivenza forzata, inizialmente fonte di meraviglia, ha rapidamente lasciato spazio a preoccupazioni concrete per la sicurezza pubblica.
Aggressioni a persone spaventate e cani morsicati sono diventati eventi non isolati, stimolando la comunità a cercare soluzioni. La risposta è stata una petizione, promossa dall'avvocato e residente Christian Cicoria, che ha raccolto oltre seicento firme. L'obiettivo è chiaro: trovare una soluzione che tuteli sia la sicurezza dei cittadini sia il benessere degli animali.
"Non chiediamo che vengano soppressi," precisa Cicoria, sottolineando una volontà comune di cercare una via di mezzo tra la salvaguardia della vita umana e animale. La petizione diventa così un ponte tra diversi fronti, uniti dalla volontà di prevenire ulteriori incidenti, come l'aggressione subita da una donna, per la quale è già stata avanzata richiesta di risarcimento danni alla Regione Sardegna.
Il dibattito si estende ben oltre la questione degli incontri ravvicinati con i cinghiali, toccando tematiche di urbanizzazione, convivenza con la fauna selvatica e sicurezza pubblica. La presenza di istituti scolastici nelle aree più colpite aggiunge ulteriore urgenza alla ricerca di soluzioni, in una città che si trova a dover rinegoziare il proprio rapporto con l'ambiente circostante.
La situazione di Olbia, con la sua petizione e il dibattito che ne consegue, diventa un caso studio sulle sfide poste dalla coesistenza di comunità urbane e fauna selvatica, in un'epoca in cui gli equilibri naturali sono spesso messi a dura prova dall'espansione umana. La città gallurese si trova così al centro di una riflessione più ampia sul futuro della convivenza tra specie, in cerca di una strategia che possa conciliare le esigenze di sicurezza con il rispetto per la biodiversità.
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