Nei giorni scorsi, nella sede dell’Unione dei comuni del Coros, alla presenza dei componenti della giunta e
del direttore del servizio per la lotta al randagismo dell’Asl di Sassari, Andrea Sarria, si è tenuto un incontro
promosso dall’assessore dell’Unione GianMario Ninniri, per chiarire gli aspetti dell’annoso problema del
randagismo. Sono numerosi i disagi e le problematiche connesse a questo fenomeno, che vanno
dall’abbandono degli animali d’affezione in ambito urbano ed extraurbano, gli obblighi di legge previsti per
la microchippatura sino ai costi sempre più ingenti che le amministrazioni comunali sostengono per il
mantenimento degli animali in apposite strutture convenzionate, senza tenere conto delle situazioni, e non
sono rare, dove gli enti comunali si sobbarcano i costi esorbitanti da sostenere in caso in cui gli animali
debbano essere sottoposti a specifiche cure sanitarie o interventi chirurgici.
Sul territorio del distretto
sanitario di Sassari le cifre non lasciano spazio ad interpretazioni: dentro i canili, pubblici e privati ci sono
più di 2000 cani. Oltre Sassari , dove la struttura comunale ospita 250 cani, a Codrongianos ci sono circa 50
cani, a Ittiri, in una struttura privata circa 400, infine a Ossi altri 150. Numeri che proporzionati alla
popolazione sono esorbitanti. Senza contare che, la maggior parte dei cani randagi si trovano nell’agro, non
sono registrati all’anagrafe canina e sono ovviamente meno controllabili, sia sotto il profilo sanitario, che
come nascite. Se pensiamo che il costo medio sostenuto da un amministrazione comunale, per un cane
mantenuto in un canile, si aggira intorno ai 3,50 euro al giorno, parliamo di circa 1200, 00 euro all’anno,
immaginiamo quanto può gravare sulle casse comunali, la gestione di centinaia di cani presenti nella
strutture convenzionate.
Durante la riunione sono emersi diversi problemi che necessitano di una soluzione
urgente: se da un lato i contributi erogati dalla Regione, che arrivano in netto ritardo, non sono sufficienti a
ricoprire il fabbisogno, dall’altro bisogna insistere sulla “cultura della microchippatura” e sterilizzazione, che
consentirebbe un maggior controllo della popolazione canina con notevole risparmio in termini di risorse
economiche, che potrebbero essere impegnate diversamente sempre in ambito sociale. E’ allo studio un
progetto che verrà condiviso dal Asl e dall’ Unione del Coros che verrà presentato il prima possibile in
Regione, legato al controllo dei cani randagi rurali.
L’Asl di Sassari si rende comunque disponibile ad effettuare campagne di microchippatura mirate e gratuite
e, insieme ai sindaci dell’Unione si sta studiando un documento unitario e condiviso per una campagna di
comunicazione e sensibilizzazione su quelli che sono gli obblighi di legge, sull’importanza del risparmio delle
risorse pubbliche e sui benefici generali che potrebbero scaturire da un’attenzione maggiore da parte dei
cittadini sui propri animali d’affezione. “Accogliamo con piacere la disponibilità del servizio veterinario
dell’ASL di Sassari per intraprendere insieme all’Unione dei Comuni del Coros azioni dedicate alla
prevenzione del fenomeno del randagismo e, in generale, per il miglioramento del benessere animale. Il
randagismo è divenuto negli anni un grande problema per le amministrazioni comunali che sostengono
importati costi a carico dei già risicati bilanci”.