La Sardegna si trova in una posizione delicata rispetto alla sostenibilità ambientale, economica e sociale delle sue imprese, posizionandosi quart'ultima in una classifica nazionale che valuta l'habitat delle attività produttive. Questo è quanto emerge da uno studio dell'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato 22 indicatori rilevanti per misurare la sostenibilità regionale.
Fabio Mereu, Presidente Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, e Daniele Serra, Segretario Regionale, evidenziano come, nonostante gli sforzi compiuti, la regione risulti ancora poco attrezzata per supportare uno sviluppo imprenditoriale sostenibile. Sottolineano inoltre le potenzialità rappresentate dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dal Just Transition Fund come opportunità uniche per reinventare l'ecosistema imprenditoriale sardo, incoraggiando investimenti in digitalizzazione, infrastrutture efficienti e transizione ecologica.
L'analisi di Confartigianato mostra che la Sardegna, con un indice di sostenibilità complessivo di 453, si colloca significativamente sotto la media nazionale. Il Trentino-Alto Adige guida la classifica con un indice di 696, mentre la Sicilia si trova all'ultimo posto con 394.
Mereu e Serra pongono l'accento sulla necessità di implementare il regime di Insularità, che riconosca le specificità della Sardegna e offra condizioni di partenza eque per le imprese locali.
Questa misura non è vista come una richiesta di privilegi, ma come l'urgenza di garantire pari diritti e opportunità di crescita e sviluppo comparabili ad altre realtà europee.
La sostenibilità ambientale in Sardegna si attesta su un indice di 526, collocando la regione al settimo posto, mentre per quanto riguarda la sostenibilità economica, con un indice di 377, la Sardegna è quint'ultima. Per la sostenibilità sociale, infine, la regione occupa nuovamente il quint'ultimo posto con un indice di 455.
Confartigianato Sardegna chiede quindi un cambio di passo per superare i gap strutturali che frenano le micro, piccole e medie imprese dell'isola, attraverso politiche mirate che migliorino l'accesso al credito, la competitività, la semplificazione burocratica, le infrastrutture, l'energia, i trasporti e la produttività.
L'invito è a creare un ambiente più favorevole all'imprenditorialità sarda, promuovendo condizioni che permettano alle imprese locali di competere su un piano di parità con il resto del contesto europeo e mediterraneo, attraverso un impegno congiunto di istituzioni, organizzazioni imprenditoriali e della società civile.
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