Carrara, teatro di marmo e di storia, si è ritrovata malamente al centro di un teatrino indecoroso. In un pomeriggio che doveva essere di sport e di rispetto, si è assistito a uno spettacolo di bassa lega, non certo di Serie C. Il minuto di raccoglimento per Gigi Riva, simbolo del calcio che fu, onorato in tutto lo stivale, è stato vilmente disatteso da una parte dei tifosi della Torres.
Era un momento per ricordare un campione, non solo del pallone ma di valori. Un atleta che ha portato in alto il nome dell'Italia con dignità e forza. Un minuto, solo sessanta secondi, per commemorare un uomo che ha unito i cuori di un'intera nazione. Eppure, per alcuni, questo è stato troppo.
I tifosi sassaresi, in un gesto che stride con la nobiltà dello sport, hanno deciso di voltare le spalle a questo tributo. Un atto di disprezzo, non solo verso Riva, ma verso l'intera comunità calcistica e i valori che essa rappresenta. Dall'altra parte, la curva e la gradinata della Carrarese hanno risposto con un applauso, un fragoroso monito contro l'ignavia. In questo teatro di pietra, si è consumato un atto di inciviltà che va oltre la rivalità sportiva. È un segno di un malessere più profondo, un sintomo di una società che dimentica troppo facilmente ciò che dovrebbe unire piuttosto che dividere.
E mentre il pallone continua a rotolare sul campo, rimane l'amaro in bocca per quei sessanta secondi di silenzio infranto. Un silenzio che avrebbe dovuto essere di riflessione, di memoria, di rispetto. Invece, è stato un silenzio che ha urlato l'assordante verità di una parte di tifoseria smarrita nel proprio egoismo.
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