Al processo di secondo grado per il femminicidio di Speranza Ponti, avvenuto ad Alghero il 5 dicembre 2019, l'imputato Massimiliano Farci ha fornito dichiarazioni spontanee alla Corte d'assise d'appello di Sassari. Farci, già condannato in primo grado all'ergastolo, continua a sostenere la propria innocenza, proponendo la tesi del suicidio della vittima.
Durante l'udienza, Farci ha espresso rammarico per non aver compreso il disagio di Speranza Ponti, sottolineando di non aver mai usato violenza nei suoi confronti.
"Se avessi chiamato i carabinieri o la mia famiglia quando ho trovato Speranza morta, oggi non sarei qua", ha dichiarato davanti alla Corte.
L'imputato, che sta scontando un ergastolo per l'omicidio dell'imprenditore Renato Baldussi di San Sperate nel 1999, era in semi-libertà dal 2016 e aveva aperto una pizzeria ad Alghero, dove aveva assunto Speranza Ponti. Farci ha descritto la loro relazione come una "comunissima storia d'amore", affermando di aver lavorato sodo per non farla sentire sola e negando di aver mai esercitato violenza fisica nei suoi confronti.
L'avvocato di Farci, Daniele Solinas, ha messo in discussione gli elementi raccolti dalla Procura e utilizzati dai giudici di primo grado per la condanna, affermando che una valutazione errata delle prove potrebbe condurre a un errore giudiziario. La difesa ha quindi chiesto l'assoluzione per Farci.
La prossima udienza è prevista per il 2 febbraio, durante la quale si ascolteranno le repliche del pm Angelo Beccu e delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Stefano Carboni ed Edoardo Morette, prima della sentenza. Questo caso continua a suscitare grande attenzione e dibattito, mettendo in luce la complessità e la gravità dei casi di femminicidio.
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