In una cornice quasi pittoresca, tipica delle storie rurali di una Sardegna profonda, si snoda la vicenda di un uomo di Alghero, un 65enne che, nella tranquillità della campagna, ha raccolto funghi. Ma, ahimè, la serenità di questa immagine bucolica è stata presto offuscata da un velo di tragedia.
Il nostro protagonista, nella sua innocenza e forse con una punta di imprudenza, ha deciso di preparare un pranzo a base di questi doni della terra, ignaro delle loro insidie. Con un gesto di affetto, ha condiviso il pasto con i suoi quattro fedeli compagni a quattro zampe, i gatti, che mai avrebbero immaginato quale sorte avrebbero dovuto affrontare.
Non passa molto tempo e la scena muta: nausea, vomito, malessere. Il nostro uomo, colpito e afflitto, cerca aiuto presso il Pronto Soccorso dell'ospedale Civile di Alghero, dove si attiva il protocollo per intossicazione da funghi. Una serie di indagini e verifiche si susseguono, allargandosi come un'eco verso i vicini di casa e il fratello dell'uomo, a cui aveva generosamente donato parte dei funghi.
Il caso di Alghero diventa un monito, un richiamo alla prudenza e alla consapevolezza. La Asl di Sassari, con parole che sembrano scolpite nella pietra, rinnova l'invito a consultare sempre un micologo prima di consumare funghi spontanei. È una storia che, nella sua semplicità, ci ricorda quanto sia fragile il confine tra la natura e l'uomo, tra il gesto quotidiano e l'imprevisto che si annida nelle pieghe della normalità.
Il direttore generale dell'Asl di Sassari, Flavio Sensi, interviene con parole che sottolineano l'importanza del servizio offerto dall'Ispettorato Micologico, promettendo investimenti futuri per il miglioramento di tali attività. È un impegno che trascende il singolo episodio, che mira a salvaguardare la salute della popolazione, un bene prezioso che, come ci insegna la vicenda di Alghero, non va mai dato per scontato.