Alghero assetata: Città ancora senza acqua potabile

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  Alghero, famosa per le sue acque cristalline e il suo patrimonio storico, si trova ora in una situazione da romanzo distopico: tre giorni senza acqua potabile. 

  Questo, dopo la scoperta di una contaminazione che ha costretto il sindaco Mario Conoci a emettere un'ordinanza vietando il consumo alimentare dell'acqua. Il cuore del problema è la presenza di trialometani, sostanze pericolose, nelle acque della città. 

  Eppure, sembra che il destino abbia giocato un brutto scherzo agli algheresi: i campioni, prelevati il 21 novembre, hanno rivelato la contaminazione solo una settimana dopo. Una settimana in cui i cittadini, ignari, hanno continuato a bere acqua potenzialmente nociva.

  Il sindaco, in un tentativo di salvaguardare la salute pubblica, ha chiesto spiegazioni e soluzioni immediate ad Abbanoa, l'ente gestore dell'acqua. Tuttavia, la sua azione è stata vista da alcuni come tardiva, una mossa critica in una situazione di emergenza. Le forze di opposizione non hanno perso tempo nel sollevare polemiche, accusando il primo cittadino di una certa inerzia. La Asl di Sassari, nel frattempo, cerca di fare chiarezza con una nota, delineando le procedure e le responsabilità del controllo dell'acqua. Ma queste spiegazioni tecniche fanno poco per placare la sete di risposte e di acqua potabile della popolazione. 

  In una situazione già tesa, l'attesa dei risultati dei nuovi prelievi non fa che aggiungere un ulteriore strato di ansia. In questo contesto, Alghero si trova a navigare in acque torbide, metaforicamente e letteralmente. Gli algheresi, noti per il loro spirito vivace e la loro resilienza, ora devono affrontare una crisi che mette in discussione non solo la loro salute, ma anche la fiducia nelle istituzioni preposte a proteggerli. Una situazione che richiede non solo soluzioni immediate, ma anche una riflessione profonda su come prevenire che tali disastri si ripetano in futuro.