Quando i pipistrelli diventano cacciatori: la lunga ombra del bracconaggio nella notte di Seui

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  A Lanusei, un drappello di trenta forestali, comandato dal dotto dottor Monaci Giovanni, ha portato a termine un'operazione tanto importante quanto delicata. Si parla di misure cautelari, domiciliari per la precisione, inflitte a sei abitanti di Seui. Tutti uomini, tutti cacciatori, tutti rei. Ma questa non è la solita storia di bracconaggio. Questa trama complessa affonda le sue radici in un attacco intimidatorio rivolto contro la stazione forestale di Seui, attacco che si concluse con l'esplosione di due fucilate sui garage della caserma. I forestali, dotati di coraggio e un inflessibile senso del dovere, condussero un'indagine durata due anni, riuscendo a mettere a nudo un sodalizio pericoloso.

  Al centro, uomini dediti al possesso e al traffico di armi clandestine, utilizzate principalmente per la caccia di frodo nelle ore più buie. Un'attività illegale quanto lucrosa che vedeva l'abbattimento di selvatici, una fiorente filiera di vendita di carni selvatiche e, alla fine, l'arrivo al mercato di Cagliari. Ma gli uomini del Corpo Forestale non si sono fermati lì. Durante le operazioni di notifica dei provvedimenti, le pattuglie forestali hanno proceduto a perquisizioni mirate, sequestrando ulteriori armi clandestine, centinaia di munizioni e arnesi da taglio vari. È stato sequestrato anche un tubo fucile, un arnese pericoloso solitamente utilizzato per la caccia di frodo, e una mezzena di cinghiale abbattuto illegalmente durante la notte. Questa operazione sottolinea e premia il costante lavoro dell'Ispettorato Forestale di Lanusei, impegnato a difendere l'importante patrimonio faunistico del territorio ogliastrino. Ricco di specie protette e inserito in un contesto naturale di rara bellezza, il territorio viene ora salvaguardato da questi valorosi uomini e donne, custodi della nostra natura.