“La Regione sta per pubblicare il Prezziario regionale dei lavori
pubblici ma l’aggiornamento del valore delle opere parrebbe essere del
tutto incongruo all’andamento dell’economia, che sta già determinando
chiusure di cantieri, gare deserte e rescissioni di contratti. Secondo
nostre informazioni, dopo la revisione dei costi dei materiali,
sarebbero presenti numerosi “segni meno”, ovvero variazioni in calo;
di questo siamo molto preoccupati in un momento in cui le imprese
hanno necessità di lavorare per realizzare utili e velocizzare la
ripresa, per ripartire di slancio dopo gli anni orribili segnati da
pandemia e guerra. Su questa problematica siamo pronti a difendere
tutte le micro, piccole e medie imprese della Sardegna”.
E’ questo l’allarme, e l’appello, che lanciano Maria Amelia Lai,
Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, e Giacomo Meloni,
Presidente regionale degli edili, sull’approvazione del nuovo
Prezziario delle Opere Pubbliche della Sardegna, il cui via libera
alla divulgazione dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.
Il Prezziario, fondamentale strumento di supporto alle stazioni
appaltanti e agli operatori del settore per la quantificazione dei
costi degli interventi delle opere pubbliche, comprende
l’aggiornamento del prezzo di 10mila opere pubbliche. Questo viene
elaborato sulla base delle rilevazioni fornite dal Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, e opera sull’incidenza delle
variazioni in un dato periodo.
Confartigianato Imprese Sardegna ricorda anche come il listino prezzi
delle Opere sia uno strumento indispensabile per le imprese che
operano nel settore delle costruzioni per trarre una giusta
remunerazione dal lavoro effettuato, potendo altresì rispettare senza
affanno, la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e i
contratti collettivi di lavoro. Secondo l’Associazione Artigiana,
infatti, il caro-materiali che negli ultimi mesi ha fatto lievitare il
prezzo mondiale dell’acciaio del 150 per cento, quello dei polietileni
del 110 per cento, quello del rame del 28,9 per cento e quello del
petrolio del 45,3 per cento, rende per le imprese edili non più
sostenibile realizzare opere pubbliche progettate secondo i prezzi in
vigore nei mesi passati, non più attuali e, anzi, totalmente fuori
mercato. Nel prezziario regionale, secondo le rilevazioni degli
Artigiani isolani, sarebbero numerose le voci incongrue (al ribasso)
con l’andamento, sempre al rialzo, del costo dei semilavorati: tali
valori contrasterebbero con quanto deciso con il “decreto Aiuti” del
18 maggio 2022, che ha previsto l’aggiornamento del valore contratti
fino al 20% sui bandi aggiudicati, e non considererebbero il trend dei
prezzi per i prossimi anni.
“Confidiamo in un riequilibrio dei costi che tenga conto delle
difficoltà che stiamo affrontando per l’inflazione innescata dalla
ripresa, dai bonus edilizi e poi dalla guerra - continuano Lai e
Meloni – e non vorremmo ritrovarci uno strumento inapplicabile e
inopportuno perché, con i suoi ribassi, mortificherebbe soprattutto le
piccole imprese mettendole di fatto fuori dal mercato. Serve anche una
svolta sulla rilevazione dei prezzi: l’attuale metodo è totalmente
inadeguato a una reale rivalutazione del costo dei materiali”. “Uno
strumento redatto senza che siano state prese in considerazione le
difficoltà delle realtà più piccole – sottolineano - danneggerebbe
l’economia in generale e, in particolare, le imprese sane,
determinando il pericolo che il territorio venga invaso da soggetti
con più potere economico e senza scrupoli. Il nostro è un grido di
allarme e la maggior parte delle aziende sono con noi”.
Per questo, Confartigianato Sardegna ritiene imprescindibile la
propria partecipazione, in forma diretta, al Tavolo del Prezziario
“Infatti abbiamo chiesto alla Regione di convocarci per discuterne
insieme e lavorare alle modifiche per uscire da questa situazione
deleteria per tutti – rimarcano i due Presidenti – ricordiamo che
tante imprese hanno dovuto rinunciare a eseguire lavori vinti con
conseguenti rescissioni di contratti e messa in cassa integrazione dei
dipendenti”. “Con il non adeguamento del Prezziario, sarebbero a
rischio anche le opere finanziate con il PNRR – concludono Lai e
Meloni – le gare potrebbero andare deserte, soprattutto quelle adatte
alle piccole realtà. Ciò determinerebbe la mancata tenuta delle
aziende, che si trasformerebbe in un crollo di tutto il sistema delle
costruzioni e, di conseguenza, anche quella del Piano”.
L’Associazione Artigiana, inoltre, è anche particolarmente preoccupata
dal passaggio della gestione del Tavolo del Prezziario
dall’Assessorato Regionale dei Lavori Pubblici alle Camere di
Commercio, avvenuto l’1 febbraio scorso, non comprendendone le
motivazioni e non condividendone le modalità.
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