“L’odierna Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza
contro le donne, instituita dalle Nazioni Unite e non a caso
caratterizzata dal coloro rosso – tali sono le scarpe da donna oggi
allineate in tanti luoghi pubblici a simboleggiare le vittime di violenza
e femminicidio – vuole elevare la sensibilità globale su ciò che
continua, purtroppo, a rappresentare una vera e propria emergenza.
Partendo dall’assunto che la violenza contro le donne è violazione
dei diritti umani, il valore di questa ricorrenza del 25 novembre –
inizio anche dei ‘16 giorni di attivismo contro la violenza di genere’
che precedono la Giornata Mondiale dei Diritti Umani del 10
dicembre di ogni anno – è preziosissima occasione per riflettere, una
volta di più, sulla condizione femminile nel mondo e sulle correlate
misure e tutele da adottare per superare ogni violenza di genere.
Soprusi che per l’ONU riguardano ogni atto violento, o sua
minaccia, contro la donna, nell’ambito della sfera pubblica o vita
privata, e foriero di danni o sofferenze fisiche, sessuali o
psicologiche, comprese coercizione o privazione arbitraria della
libertà.” – queste le parole accorate del Sottosegretario alla Difesa,
Stefania Pucciarelli, sul valore della Giornata internazionale per
l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza annuale
istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con risoluzione
numero 54/134 del 17 dicembre 1999 e fissata nella data del 25
novembre.
Una scelta altamente evocativa, ricordo del brutale
assassinio, nel 1960, delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche
seviziate e strangolate – prima di simularne la morte per fatale
incidente stradale – da agenti del servizio informazioni della
Repubblica Dominicana, su ordine dell’allora dittatore Rafael
Leónidas Trujillo, mentre si recavano in visita ai mariti in prigione.
“In Italia la legge detta ‘Codice Rosso’ del 2019 è stata lo
straordinario contributo normativo per aggredire la violenza sulle
donne – ha aggiunto Pucciarelli –, mettendo a disposizione delle
forze dell’ordine un importantissimo strumento giuridico per
intervenire rapidamente.
Gli sforzi indirizzati sul settore della repressione – grazie ai quali,
voglio sottolinearlo, sono state molte le vite salvate, anche con
operazioni preventive passate sovente sotto silenzio mediatico ma
capaci di impedire tragici epiloghi – di per sé potrebbero non essere
pienamente efficaci, come sembrano indicare i femminicidi e le
donne vittime di violenza ancora drammaticamente numerosi anche
in Italia.
Ritengo, infatti, indispensabile che alla repressione si associno
sinergicamente continue e concrete azioni sul piano culturale. A
partire da una sana educazione indirizzata alla promozione di una
diffusa parità di genere e pari opportunità; soprattutto verso i
giovani, educandoli a non divenire né vittime né carnefici, col
rifuggire possessività, ossessione e prevaricazione, insieme al non
accettare mai, bensì denunciando, rapporti di sudditanza,
sottomissione e violenze.
In questo senso, sta emergendo l’ulteriore sfida del tutelare molte
minori nate in Italia da migranti stranieri; perfettamente integrate coi
coetanei, esse incontrano spesso pesanti pressioni di genere dalle
famiglie di origine, alimentate da retroterra culturali arcaici, ostili alla
condizione femminile e talvolta accentuate da fanatismo religioso.
In questa giornata speciale desidero, pertanto, emblematicamente
ricordare le drammatiche vicende della 25enne Sana Cheema, della
21enne Hina Saleem e della 18enne Saman Abbas, uccise in Italia dai
loro stessi familiari per aver sognato una ‘vita normale da
occidentale’.
Molto è stato fatto per combattere questo fenomeno ma, fino a
quando ci sarà anche solo una vittima, sarà ancora troppo poco.” –
ha concluso il Sottosegretario Pucciarelli.