Sciopero nazionale della sanità proclamato dalla Fsi-Usae

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  “FSI-USAE ha preso atto che anche l’ultimo incontro di Trattativa per il rinnovo del contratto del personale del comparto sanità è stato inconcludente e, considerando che il triennio 2019-2021 scadrà fra circa tre mesi e la trattativa procede a rilento, riteniamo ci siano tutti i presupposti per temere il peggio ed avviarsi cioè verso un rinnovo contrattuale economicamente inadeguato” dichiarano la Segretaria Regionale dell’FSI-USAE Beatrice Mura e il Segretario Generale Adamo Bonazzi. Riteniamo infatti che la somme stanziate siano foriere di aumenti indecorosi per il personale della sanità, che esce con le ossa rotte da un’epidemia ancora in corso e già costretto ad ingoiare il rospo di un precedente CCNL dagli aumenti evanescenti.

   Inoltre, ad oggi, non sembrano esserci i giusti presupposti e la volontà delle parti di prendere atto, nella riclassificazione del personale, della crescita delle competenze e delle specializzazioni che negli ultimi venti anni la legislazione ha imposto alle diverse professionalità nel settore delle professioni sanitarie. Né d’altro canto sembra che con l’attuale trattativa l’agenzia Aran voglia prendere atto dell’inquadramento degli OSS nel nuovo ruolo sociosanitario in modo adeguato. “Come Fsi-Usae diciamo subito che la differenza di 3.684 euro (solo per i premi) sono una differenza economica tra gli altri enti e la sanità che rappresenta una vergogna nazionale che va lavata immediatamente colmando il differenziale economico negli stanziamenti contrattuali” “Per questo abbiamo indetto lo sciopero e faremo dei presidi sotto gli assessorati regionali che rappresentano i datori di lavoro della sanità.”

   Insomma ribadisce la Segretaria Beatrice Mura FSI-USAE nel comparto gli operatori continueranno ad essere retribuiti con paghe da fame, perciò abbiamo proclamato lo sciopero nazionale del comparto della sanità per il prossimo 11 ottobre in sede di Consiglio Nazionale di Federazione per coordinare le manifestazioni ai livelli regionali e la connessa azione politico-rivendicativa il 25 settembre . FSI-USAE: dice No! ad aumenti ridicoli ed inconsistenti del salario e a finte revisioni di carriera che mettano nuove zeppe sulla testa dei lavoratori, chiede: - aumenti sostanziosi degli stipendi base (2.000 € netti mensili); - indennità professionali specifiche per operatori sanitari e socio sanitari; - una revisione delle classificazioni con percorsi di carriera aperti e il riconoscimento delle competenze professionali; - posizionamento nell’area dirigenziale delle professioni sanitarie; Adamo Bonazzi, Segretario Generale della Federazione ha dichiarato a tale proposito: “Serve rispetto per gli operatori sanitari a cui va riconosciuta una dignità professionale che oggi - nei fatti - viene negata.