Il buon andamento della stagione irrigua, la stabilizzazione del personale e la necessità di
una sostanziale revisione del quadro normativo regionale (L.R. 19/2006 e L.R. 6/2008) che
da oltre un decennio non riesce a dare risposte agli innumerevoli appelli di intervento sui
territori, sono alcuni degli argomenti affrontati e discussi nell’ultimo Consiglio dei delegati
del Consorzio di bonifica della Sardegna Meridionale, al quale hanno preso parte anche
i vertici di ANBI Sardegna, l’associazione che rappresenta e tutela i sette Consorzi di
bonifica della Regione.
Il Consiglio, nel rispetto delle norme anti-Covid, si è riunito presso la sede del Caesar’s
Hotel di Cagliari per esaminare una serie di argomenti all’ordine del giorno. L’assemblea
del secondo Consorzio più esteso d’Italia, presieduta dal presidente Efisio Perra, assistito
dal direttore Pierfrancesco Testa, ha riportato un breve report sulla stagione irrigua, che ha
visto un ulteriore incremento della superficie irrigata rispetto agli anni precedenti, con
oltre 20 mila ettari irrigati, a cui corrisponde un fabbisogno complessivo di 150 milioni di
metri cubi d’acqua, rimasto inalterato malgrado il diminuito apporto meteorico e
l’aumento delle temperature medie stagionali.
Il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale, inoltre, recependo le indicazioni
della Giunta Regionale, ha avviato le procedure per la trasformazione
a tempo indeterminato (nel rispetto della legge regionale n. 6/2008 e delle indicazioni della
Giunta regionale) del personale avventizio con i requisiti previsti dalla legge
(ad oggi 90 unità lavorative).
Le sfide che attendono il consorzio nel breve e medio periodo riguardano la mobilitazione
di tutte le energie per l’ammodernamento della vetusta rete irrigua, anche attraverso gli
stanziamenti del Piano Nazionale di ripresa e resilienza per cui tanto ANBI sta lavorando
nei tavoli istituzionali.
Importante e significativa è stata la partecipazione dei vertici dell’ANBI regionale, con il
direttore Roberto Scano e il presidente Gavino Zirattu.
Quest’ultimo ha illustrato all’assemblea la proposta di riforma della Legge 6, la legge
quadro del 2008 sui Consorzi di bonifica, con una ridefinizione di ruoli e competenze,
adeguando il quadro normativo alle reali esigenze di regimentazione delle acque e
sicurezza idraulica e ambientale dei territori della Sardegna.
I Consorzi, infatti, assolvono a ruoli importanti e vitali per l’agricoltura e non solo, e non
possono certo essere ridotti a meri “distributori di acqua”.
Desiderano invece riprendersi un ruolo da protagonista nella gestione dei territori che
conoscono come le loro tasche e che sanno di poter gestire con competenza, avendolo
svolto in maniera autorevole fino all’entrata in vigore della L.R. 6/2008.
Urge, ancora, mettere in campo tutti gli strumenti necessari per rendere autosufficienti dal
punto di vista energetico i Consorzi di bonifica della Sardegna, permettendo loro di
installare, per esempio, delle centraline idroelettriche negli invasi, soluzioni che da una
parte consentirebbero di produrre energia rispettando l’ambiente, e dall’altra farebbero
risparmiare una valanga di denaro pubblico, considerato che solo negli ultimi dieci anni
dal bilancio regionale sono stati spesi circa 130 milioni di euro per i ristori dei costi di
energia. Istanze che sono già state portate all’attenzione della politica regionale e sulle
quali tutti i Consorzi di bonifica della Sardegna fanno affidamento in un momento delicato
per i comparti agricolo e irriguo.
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