“La pesca sostenibile rappresenta sempre più il futuro del settore
ittico, perché significa rispetto dell’habitat naturale, consumo
responsabile e gestione efficace delle attività.
Per questa ragione
abbiamo avviato un importante progetto di formazione degli operatori”.
Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci
Agroalimentare.
“Da diversi anni sollecitiamo e promuoviamo in Sardegna e in tutta
Italia – ha affermato il dirigente dell’associazione delle cooperative
e dei consorzi della pesca, dell’acquacoltura e dell’agricoltura – una
maggiore attenzione nei confronti della pesca sostenibile, seguendo le
indicazioni che vengono da organizzazioni internazionali come la Fao,
dall’Unione europea e dalle associazioni ambientaliste.
Il processo
però deve necessariamente coinvolgere e riguardare l’intera filiera
produttiva e lo stesso consumatore.
Le piccole attività di pesca
artigianale, che rappresentano una realtà fondamentale dell’economia
ittica del nostro Paese, ma anche un anello fragile della catena, sono
tradizionalmente sensibili al tema della protezione dell’ecosistema e,
quindi, possono fungere da traino nella trasformazione del ciclo
produttivo.
Un percorso che si pone l’obiettivo di garantire la
conservazione delle risorse biologiche marine, ridurre l’impatto
ambientale, attuare una gestione efficace delle imprese della pesca e
determinare condizioni di prosperità per le comunità costiere, che da
queste attività traggono sostentamento, assicurando al consumatore
sicurezza alimentare e qualità dei prodotti”.
“L’Unci Agroalimentare – ha concluso Scognamiglio – attraverso la
formazione degli addetti avviata in tutta Italia, con centinaia di
partecipanti ai corsi, sta cercando di dare un contributo
significativo e concreto all’innovazione e all’efficientamento delle
attività di pesca, in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed
economica”.