Il DL “Rilancio” penalizza una parte rilevante dell’imprenditoria agricola, di fatto esclusa dall’esonero del pagamento dei contributi previdenziali relativi al primo semestre 2020.
«La misura del DL Rilancio relativa al primo semestre 2020 è inspiegabilmente prevista per i soli datori di lavoro e di fatto esclude una parte rilevante del mondo imprenditoriale rurale» spiega il direttore regionale della Cia Sardegna, Alessandro Vacca, che a nome della Confederazione sarda chiede la rimodulazione del provvedimento con l'estensione dei vantaggi anche ai lavoratori autonomi, il rimborso dei versamenti già effettuati dagli imprenditori entro il 16 luglio, e il riconoscimento degli sgravi contributi per i giovani agricoltori insediati nel 2019.
«Se l'obiettivo è superare le difficoltà economiche generate dal Covid 19 e la ripresa produttiva dei comparti agricoli in crisi definiti dal Dl Rilancio, l'esonero del versamento contributivo deve riguardare anche centinaia di migliaia di lavoratori autonomi agricoli, ossia coltivatori diretti, imprenditori autonomi professionali, coloni e mezzadri», prosegue il direttore.
«Anche queste figure professionali hanno subìto in pari misura rispetto ai datori di lavoro i rilevanti danni economici causati dal blocco delle attività commerciali e hanno, pertanto, bisogno dello stesso supporto concreto e immediato da parte delle istituzioni».
Per la Cia Sardegna l'esclusione è una decisione assurda che crea disparità fra le imprese e che danneggia particolarmente le piccole aziende, che costituiscono la maggior parte del tessuto agricolo sardo: «Chiediamo che il Dl Rilancio venga al più presto rivisto e che si ponga rimedio a una situazione imbarazzante, che mette in ulteriore crisi tutti i coltivatori.
Avendo inoltre i lavoratori autonomi agricoli già provveduto al pagamento della prima rata Inps entro il 16 luglio 2020, Cia chiede il rimborso delle quote versate oppure la compensazione nei futuri adempimenti contributivi».
C'è poi un altro problema per cui la Cia Sardegna chiede una soluzione immediata, e riguarda i giovani imprenditori delle campagne: «Sono stati completamente sbagliati i carichi contributivi calcolati per l'anno corrente dall'Inps per i giovani agricoltori che hanno maturato il diritto all’esonero totale o parziale dal pagamento in virtù della normativa esistente.
Non sono inoltre stati inseriti nel calcolo gli sgravi contributivi previsti per via delle calamità naturali che in passato hanno colpito il territorio sardo.
Si è quindi verificata una situazione inaccettabile a cui INPS deve obbligatoriamente porre rimedio evitando inoltre di imporre sanzioni per chi non fosse riuscito a pagare entro la scadenza prevista del 16 luglio», precisa Vacca, che solleva anche un’ulteriore questione: «A livello ministeriale si proceda con la stabilizzazione della misura di esenzione contributiva per i giovani agricoltori (articolo 1, comma 503 della legge 27 dicembre 2019, n.160) e il riconoscimento dello sgravio contributivo per i giovani imprenditori agricoli che si sono insediati nel corso del 2019, a tutt'oggi non riconosciuto».