Gli agenti del Corpo Forestale hanno apposto, nella mattina di
martedì, I sigilli alla Geco, l'impianto per il trattamento dei reflui
di Magomadas.
Il provvedimento arriva dalla Procura di Oristano che
ha disposto il sequestro preventivo allo stabilimento.
La
magistratura inquirente ipotizza che l'attività di raccolta,
trasporto, smaltimento di rifiuti avvenga senza alcuna autorizzazione.
All'impianto viene inoltre contestato il reato di emissione di vapori
e odori pericolosi.
Dalle Geco è arrivata suboto una presa di
posizione a nome di uno dei soci, Bonifacio Angius.
“Prendiamo atto della decisione del Giudice che non condividiamo in
quanto fondata su presupposti errati, superando anche provvedimenti
giurisdizionali.
Siamo sconcertati per ciò che è accaduto ad un anno
dall’inizio delle attività di indagine, nonostante la nostra fattiva
collaborazione.
Certamente dimostreremo la perfetta legittimità della
nostra attività così come delle autorizzazioni in essere”.
“Vorremmo però ribadire che il nostro Ammendante Compostato con Fanghi
non è un rifiuto.
Il prodotto, infatti, risponde e rispetta i
parametri e i criteri previsti dalla normativa vigente.
“Fa riflettere il fatto - sottolinea Bonifacio Angius - che nei
confronti della nostra intrapresa si sia scatenata una tempesta
mediatica e giudiziaria, spesso alimentata da interferenze esterne
anche politiche, mentre nessuno sembra essersi accorto che la totalità
dei fanghi prodotti in Sardegna non viene lavorata e recuperata ma
sversata “tal quale” nei terreni agricoli secondo una discutibile
pratica”.
“Rispetto alle emissioni odorigene, ci sorprende che la magistratura
prenda decisioni così drastiche affidandosi a discutibili singole
osservazioni personali piuttosto che a rilievi e analisi a cui il
nostro impianto viene periodicamente sottoposto da parte di enti terzi
preposti che, per inciso, hanno sempre attestato la assoluta
regolarità”.
“Da imprenditori non possiamo che prendere atto dell’ennesimo
fallimento di un sistema, incerto e punitivo, che incomprensibilmente
- conclude il rappresentante della Geco - ostacola qualsiasi legittima
iniziativa imprenditoriale, dispiace inoltre per i nostri operai e
collaboratori che patiranno le incertezze conseguenti a tale
provvedimento".