Il paesaggio dell’isola dell’Asinara, nel corso degli ultimi
vent’anni, ha mantenuto
uno stato di conservazione eccellente e in particolare si caratterizza
per un’elevata integrità il suo mare, che assolve una funzione
cruciale per la conservazione dell’intero ecosistema.
È la conferma che emerge dai primi risultati del progetto di ricerca
“Gestione partecipata degli ecosistemi marini nella AMP Isola
dell’Asinara con il coinvolgimento dei pescatori”, finanziato dal
PO-FEAMP Italia 2014-2020 - “Fondo europeo per gli affari marittimi e
la pesca” e portato avanti, in questi mesi, dall’Università di Sassari
nell’Area Marina Protetta Isola dell’Asinara.
Nonostante l’emergenza sanitaria abbia temporaneamente bloccato le
attività sul campo, procedono i lavori del progetto europeo, i cui
obiettivi sono la promozione e l’adozione di nuovi modelli, virtuosi e
partecipativi, di pesca sostenibile, insieme alle diverse istituzioni
amministrative coinvolte.
È stata portata avanti l’attività di analisi
degli stakeholder attraverso la predisposizione di un questionario ad
hoc, che ha visto coinvolti diversi testimoni privilegiati sia del
mondo professionale che istituzionale.
La conoscenza di specie da
salvaguardare, la tipologia degli attrezzi da pesca usati, il problema
dello scarto e l’importanza della taglia minima sono solo alcuni dei
punti affrontati e discussi con i principali portatori d’interesse.
“È stato molto stimolante il confronto con i pescatori a seguito della
ripresa delle interviste: i pescatori infatti hanno mostrato grande
interesse per i temi affrontati, proponendo essi stessi soluzioni
volte a salvaguardare la risorsa ittica. Tutto ciò fa ben sperare in
un esito positivo per una potenziale azione di riforma della gestione
e della governance partecipata e condivisa dell’AMP Isola dell’Asinara
con un sempre maggiore coinvolgimento dei pescatori”, afferma
Donatella Carboni, coordinatrice del progetto.
L’Area Marina Protetta “Isola dell’Asinara”, istituita nel 2002,
circonda l’isola con un’estensione di circa 108 km: costituisce il
prolungamento in mare dell’area protetta terrestre, sottoposta
anch’essa a misure di salvaguardia ambientale sin dal 1997.
La piccola
pesca artigianale è una delle attività tradizionali più rilevanti
svolte nell’Area Marina Protetta nelle zone B e C, insieme al
pescaturismo.
Divieto assoluto della pesca con lo strascico in area
marina protetta.