La segnalazione giunge dalla segretaria territoriale Fsi Usae
Mariangela Campus.
"La positività è stata riscontrata nella nottata del 30 Marzo 2020 in
una paziente ricoverata in reparto dal giorno 17 Marzo .
La paziente in questione, non è stata posta in isolamento ma si
trovava in una stanza con altre 3 pazienti, inoltre essendo autonoma
ha deambulato in autonomia lungo tutto il reparto. Tutti gli operatori
del reparto hanno prestato assistenza alla stessa dotati delle sole
mascherine chirurgiche, come da disposizioni di presidio e di reparto
che obbligano all'utilizzo della maschera FFP2 solo ed esclusivamente
in caso di paziente sospetto.
Dopo il riscontro di positività per
Covid-19 nessun operatore è stato sottoposto a screening con tampone,
non è stato predisposto un piano di sanificazione degli spazi comuni
né la riorganizzazione del reparto per eventuale spostamento degli
altri degenti. Al contrario, i CPSI e tutto il personale hanno
continuato a lavorare in condizioni di sicurezza alquanto dubbie per
la propria incolumità e quella degli altri degenti.
Pertanto la FSI-USAE chiede al servizio deputato alla prevenzione e
sicurezza dei lavoratori, un immediato intervento per una gestione
appropriata della situazione a tutela di tutti i lavorati, che vengano
effettuati i tamponi a tutto il personale che è entrato in contatto
con il paziente positivo, che vengano forniti i DPI necessari previsti
dalla normativa di cui all’art. 2087 c.c. e D. Lgs 81/2008 e che si
proceda alla creazione di un protocollo da utilizzare nel caso in cui
venga riscontrato positivo un degente di modo da salvaguardare sia gli
altri pazienti che tutti i dipendenti. In mancanza di iniziative in
merito, il comparto infermieristico si riserva di intraprendere le
opportune iniziative legali".