Quanto e che cosa mangiano i Cormorani?
Sempre secondo la ricerca “Censimento della popolazione svernante di
Cormorano Phalacrocorax carbo sinensis nella Sardegna meridionale”,
“il calcolo del consumo giornaliero (Daily Food Intake) può essere
condizionato da numerosi fattori in base alla stagione
(riproduttiva/non riproduttiva, invernale/estiva) o all’attività (in
cova, in pesca, distanza dalle aree di pesca, disponibilità delle
prede, etc)”, mentre la stima generalmente riconosciuta (Feltham,
Davies, 1997) si aggira sui 473 grammi di pesce giornalieri. Inoltre,
“il Cormorano tende preferibilmente a nutrirsi di esemplari di piccole
dimensioni, comunque al disotto dei 100 g”, più facili da catturare e
non di “taglia commerciale”.
Inoltre, “al fine di quantificare l’incidenza dei danni provocati
dalla fauna selvatica alle produzioni ittiche (Decreto Legislativo 4
giugno 1997, n. 143), la Regione Sardegna nel 2009 ha emanato la
Delibera n. 38/39 in cui si stabilisce il DFI (Daily Food Intake)
medio di 425 g sulla base di studi condotti in vari Paesi Europei,
facendo inoltre propria la composizione qualitativa individuata dal
Ministero delle Risorse Agricole Alimentari e Forestali (AA.VV.,
1996): Anguille 5,25%, Ghiozzi 6,02%, Muggini 42,16% e nessun valore
commerciale 46,57%”.
Quasi la metà della predazione da parte dei Cormorani, non avrebbe
quindi “valore commerciale”.
Nel Piano triennale di contenimento degli impatti provocati dal
Cormorano in Provincia di Oristano, annualità 2019-2020 si legge che
le “produzioni ittiche negli stagni sardi e in particolare in quelli
dell’oristanese, i cui pescatori denunciano diminuite da 279.256 a
123.853 Kg per colpa dei Cormorani” necessitano gli abbattimenti, ma
non individuano quali sarebbero esattamente i danni provocati dai
Cormorani: secondo tale affermazione i Cormorani complessivamente
avrebbero predato, quindi, 155.403 kg. di pesce (di quali specie non
si sa e in quale anno nemmeno…).
Ipotizzando che ci si riferisca all’anno 2018 e ipotizzando una
presenza significativa nei sei mesi di svernamento gennaio-marzo e
ottobre-dicembre (nel 2018 i Cormorani censiti sono passati da 10.998
esemplari nel gennaio 2018, a 575 nell’ottobre 2018, a 3.998 nel
dicembre 2018), scopriremmo che i Cormorani avrebbero fatto fuori nei
loro 120 giorni di presenza la bellezza di kg 1.295 al giorno…forse un
po' troppo...
Quali sono state le affermazioni sui diabolici Cormorani.
Eccone alcune.
Secondo le associazioni Uecoop e Coldiretti “funzionano solo le
doppiette”. Ecco: “secondo UeCoop Sardegna, che ha elaborato dati
della Provincia di Oristano e del Dipartimento di Biologia animale
dell'Università di Cagliari, tra ottobre 2014 e dicembre 2015, i
cormorani hanno consumato oltre 537 mila chili di pesce per un valore
complessivo di due milioni 686mila euro calcolato nell'ipotesi di un
prezzo medio di 5 euro al chilo” (La Nuova Sardegna, 2 dicembre 2015).
A settembre 2015 affermavano: “solo nell’ultimo anno abbiamo calcolato
un mancato reddito di 2 milioni e 600mila euro causato da 15mila
cormorani, censiti nel 2014, che consumano 9,3 chili di pesce al
giorno a testa … queste devono essere raddoppiate”.
Nel giugno 2015 le stesse associazioni di categoria affermavano: “tra
ottobre 2014 e aprile 2015 i cormorani … sono stati 12mila” con un
danno dichiarato “di circa 8 milioni” di euro. Nel luglio 2015, dopo
solo un mese, il danno dichiarato diventava di ”oltre 4milioni e mezzo
di euro”.
A settembre 2015 i Cormorani erano diventati 15 mila ma il danno
dichiarato scendeva a 2 milioni e 600 mila euro. In soli tre mesi.
Poi (dicembre 2015) il danno era salito a 2 milioni e 686 mila euro.
Parole e cifre in libertà.
Qual è la reale situazione della gestione degli Stagni dell’Oristanese?
Unico filo conduttore, tanto per cambiare, la responsabilità della
cattiva gestione della pesca negli Stagni oristanesi, attribuita
esclusivamente ai Cormorani, vil razza dannata.
Mai un briciolo di autocritica.
Inquinamenti, cattiva gestione, opere pubbliche spesso disastrose non
contano nulla.
Poco importa che le fogne di Nurachi – tanto per citare un caso –
abbiano scaricato per lungo tempo (e forse ancora) nello Stagno di
Cabras i reflui inquinanti o che prosegua la pesca abusiva sotto gli
occhi di tutti ovvero che – secondo la stessa Coldiretti – ben l’80%
dei “prodotti del mare e degli stagni” (pesci, crostacei molluschi)
consumati ogni anno in Sardegna sia di provenienza extra-regionale,
sintomo anche di cattiva organizzazione del settore, la colpa è sempre
e solo dei Cormorani.
Ma è possibile avere un po’ di chiarezza e decenza nella gestione di
beni ambientali pubblici piuttosto che sentire continuamente questi
richiami alle crociate contro il capro espiatorio di turno?
Quali sarebbero, i danni effettivi per le zone umide in concessione di
pesca? E quali sarebbero, però, i ricavi effettivi da parte delle
cooperative di pescatori?
Quale l’incidenza dei danni provocati dall’inquinamento e della pesca abusiva?
Che vi sia chiarezza su tutti i dati.
Non devono certo essere i Cormorani a pagare le conseguenze della
scarsa capacità gestionale della pesca nelle zone umide della
Sardegna, c’è bisogno di approfondite verifiche e di una seria riforma
del settore.