Villagrande Strisaili 2004, Capoterra 2008, Sardegna 2013, ciclone
Cleopatra. Gli eventi naturali non si possono fermare ma l’uomo può
fare molto per prevenire i disastri, controllare il territorio e
garantire più sicurezza. Ed è questo che fa SardOS. Attraverso i dati
provenienti dai satelliti osserva la Sardegna e il mutamento del
territorio e permette di conoscere in anticipo le criticità legate ad
eventi naturali o umani.
La Regione Autonoma della Sardegna ha investito nella salvaguardia del
territorio e attraverso Sardegna Ricerche ha finanziato un progetto
tecnologicamente avanzato ma di facile utilizzo che permette di
rilevare in near real time, pressoché in tempo reale, cioè senza
ritardi percepibili i sedimenti in fiumi, laghi e stagni oltre che gli
edifici costruiti dove non si poteva e quindi intervenire prontamente
per mettere in sicurezza il territorio.
SardOS, Sardegna Osservata e monitorata dallo Spazio verrà presentato
ufficialmente il 28 novembre a Cagliari, nell’Auditorium Tiscali, a
partire dalle 10, alla presenza dell’assessore regionale agli Enti
Locali, Finanze e Urbanistica, Quirico Sanna, del presidente regionale
di Anci, Emiliano Deiana, e del coordinatore regionale di Anci
Giovani, Francesco Piludu e dei realizzatori di SardOS: Kibernetes con
Vincenzo Gabellone, Nemea Sistemi con Michele Boella e la
professoressa Maria Teresa Melis dell’Università di Cagliari, moderati
dal giornalista de L’Unione Sarda, Giuseppe Meloni.
A introdurre la giornata sarà l’assessore Quirico Sanna, che spiegherà
il perché la Regione ha voluto investire in questo settore strategico
con un progetto di ricerca che ha come suo naturale referenti i
sindaci. Questo perché i Comuni sono in prima linea nella gestione
dell’emergenza e nella messa in sicurezza del territorio. Alluvioni,
frane, crolli sono il timore ricorrente nei sindaci quando in autunno
ed in primavera il cielo diventa scuro e l’acqua inizia a cadere
copiosa.
Sapere dove fare prevenzione senza disperdere risorse è fondamentale.
Ed è questo che fa SardOS: indica con precisione, su una mappa, i
sedimenti in tutte le aree umide: fiumi, torrenti, laghi, stagni. Non
solo: SardOS monitora pressoché in tempo reale anche l’andamento della
linea di costa, fornendo informazioni preziose sulle aree a rischio
erosione e individua i casi di edilizia spontanea, incontrollata,
restituendo agli uffici comunali informazioni precise sulle aree e
sulle volumetrie eccedenti quanto dichiarato da ciò che è presente nel
catasto. Quindi SardOS permette anche un aggiornamento costante dei
dati catastali.
Tutte le funzionalità e le potenzialità di SardOS verranno illustrate
dalle tre realtà che hanno concorso a realizzarlo: Kibernetes, Nemea
Sistemi e l’Università di Cagliari, che ha certificato la validità
scientifica del progetto.
SardOS è infatti un progetto ad alta valenza scientifica. Utilizza e
rielabora i dati RADAR/SAR provenienti dai satelliti CosmoSky Med di
proprietà dell’Agenzia Spaziale Italiana in orbita attorno alla terra,
quelli del drone acquatico Hydra, realizzato da Nemea Sistemi, e li
incrocia con i dati presenti nel catasto. Attraverso delle mappe GIS e
la sovrapposizione con Google Maps mostra visivamente e graficamente i
sedimenti nelle aree umide e la loro consistenza, le variazioni della
linea di costa, indicando quanto e dove una spiaggia è arretrata o è
avanzata, i casi di edilizia spontanea totale e parziale, evidenziando
le aree eccedenti per superficie e volumetrie rispetto a quanto
dichiarato, fornendo elementi fondamentali agli uffici comunali che
così potranno concentrare i controlli sui casi effettivamente a
rischio. I Comuni avranno così uno strumento per incrementare le
risorse tributarie.
Obiettivo a lungo termine di SardOS è contribuire alla realizzazione
di un polo regionale per il monitoraggio dell’ambiente, del territorio
per contrastare i pericoli legati al rischio idrogeologico.
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