Il Popolo della Famiglia Sardegna, dopo aver appreso della richiesta
di una proposta di legge contro l’omobitransfobia e le discriminazioni
di genere da parte di Maria Laura Orrù, Consigliere regionale dei
Progressisti, e Gianmarco Capogna, Portavoce nazionale della campagna
LGBTI+ di Possibile, dichiara, con forza, che qualora venisse
presentata una simile proposta in Consiglio regionale, verrà messa in
atto una dura opposizione, con tutti i mezzi a disposizione, a questa
deriva che si vuole imporre alle famiglie e al popolo sardo.
Riteniamo
offensiva anche solo la proposta avanzata, visto che, sino ad ora, si
è lasciata a tutti piena libertà di espressione anche consentendo lo
svolgersi di manifestazioni di protesta e di indubbio gusto, come i
vari gaypride isolani. Quella che si vorrebbe presentare è una
proposta di legge pericolosa e inutile. Per tutelare le
discriminazioni di ogni genere, comprese quelle sessuali, esistono
leggi già in vigore: serve solo applicarle per reprimere ogni abuso ma
non si usi questo aspetto per approvare un progetto di legge che
riduce i margini di libertà di espressione ai cittadini della
Sardegna.
Così facendo, non si fa altro che seguire il filone del ddl
Scalfarotto, affossato in Parlamento grazie sopratutto al Family Day
del 2015, con l’obiettivo di dare una pistola fumante in mano alla
Regione e poi ai giudici per colpire chi non si allinea alla neolingua
del pensiero dominante arcobaleno. L’omobitransfobia è un concetto
astratto che nella realtà non esiste; esistono le discriminazioni. E’
utile, semmai, unirci per combatterle insieme, ma non creiamo un’etica
di Stato dove, a farla da padrone, sia il pensiero dominante del mondo
lgbt.
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