Como-Cagliari 3-1: il naufragio di una squadra senza rotta

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Il Cagliari cade ancora, e questa volta lo fa rovinosamente sulle rive del lago. A Como finisce 3-1 per i padroni di casa, ma il risultato va persino stretto alla squadra lombarda, che per lunghi tratti ha dominato, annullando ogni tentativo isolano di opporre resistenza. Più che una partita, è sembrata una resa. Il primo tempo si è aperto con un Como subito arrembante e un Cagliari col freno a mano tirato, disordinato, poco reattivo e incapace di tenere le distanze tra i reparti. Il gol annullato ai padroni di casa non è servito da sveglia. Anzi, ha anticipato il peggio. La linea difensiva rossoblù è apparsa vulnerabile in ogni zona del campo, con errori di posizionamento e letture sbagliate che hanno spalancato la strada agli attaccanti avversari. Il centrocampo, da cui ci si aspettava copertura e geometrie, è rimasto in balia dell’avversario. Mentre Viola cercava di dare ordine e Luvumbo provava a trascinare la squadra in avanti con qualche spunto isolato, il Como manovrava con tranquillità, aggirando e infilando la linea mediana cagliaritana con una facilità sconcertante. L’illusione del momentaneo pareggio, firmato da Adopo, ha avuto vita breve: la squadra di casa ha ripreso il controllo in modo netto, chiudendo il match con due reti senza trovare ostacoli reali. Nemmeno i cambi hanno invertito l’inerzia. Anzi, l’ingresso dei subentrati ha contribuito ad accentuare lo spaesamento generale, aggiungendo confusione a una struttura già fragile. Il Como, al contrario, ha continuato a spingere senza trovare reale opposizione, dimostrando maggiore lucidità, fame e organizzazione. In panchina, Nicola ha confermato l’impressione di una guida che cerca soluzioni ma trova soltanto labirinti. La scelta di impostare una partita di contenimento è naufragata già nei primi minuti, e l’idea di colpire in ripartenza si è rivelata una chimera. Anche stavolta il Cagliari ha dato l’impressione di non sapere chi è e, soprattutto, chi vuole diventare. Preoccupante non è solo la sconfitta, ma la sensazione di una squadra che si spegne da sola, priva di alternative, d’identità e di risorse – tecniche e mentali. La società, da parte sua, dovrà rispondere alla domanda che molti tifosi iniziano a farsi: questa rosa è davvero all’altezza della lotta salvezza? Il Como vola. Il Cagliari affonda. E mentre la classifica si fa più severa, ciò che manca non è solo il risultato, ma l’idea stessa di gioco. Quella che oggi, a Como, non si è nemmeno vista passare. Se il Cagliari dovesse salvarsi, per demeriti altrui e non sul campo, sarebbe davvero qualcosa di cui andare fieri?