Nella giornata di martedì 4 giugno, la Società Umanitaria di Alghero in collaborazione con il Cinema Miramare
propone la proiezione del film Vangelo secondo Maria, alla presenza del regista Paolo Zucca.
L’ultimo lungometraggio del regista oristanese, presentato in anteprima alla 41ma edizione del Torino Film
Festival, è una rilettura poetica e originale della storia d’amore tra Maria di Nazareth e San Giuseppe, che
hanno il volto di Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassman, tratta dall’omonimo romanzo femminista di
Barbara Alberti, pubblicato nel 1979.
Il film, una produzione Sky Italia, Vision Distribution, La Luna e Indigo Film con il sostegno di Regione
Sardegna, Sardegna Film Commission e Mibact, narra la storia di Maria, ragazzina di Nazareth. Come donna
tutto le è proibito, anche imparare a leggere e scrivere. Ma lei ha sogni di libertà e sapienza e si entusiasma
per le storie della Bibbia.
Vorrebbe scappare su un asino e scoprire il mondo, per questo decide di
disobbedire. Giuseppe, il suo sposo, segretamente la istruisce preparandola alla fuga, ma i due,
inaspettatamente, si innamorano. Quando stanno per abbandonarsi alla passione, l’angelo dell’annunciazione
rovina tutto. Il piano di Dio e quello di Maria non coincidono.
45 anni fa la stessa Barbara Alberti, anche cosceneggiatrice del film insieme a Paolo Zucca e ad Amedeo
Pagani, dedicava la sua opera “a donne che (si credeva) stavano prendendo in mano la loro vita. Ora a donne
che la stanno perdendo”: in un mondo in cui, sottolinea Alberti, “stiamo facendo delle grandissime euforie su
quello che abbiamo conquistato, quando in verità un giorno sì e un altro no viene ammazzata una donna”,
l’opera di Zucca si pone come necessaria. Il film infatti affronta coraggiosamente, ma anche con una buona
dose di ironia, temi caldi come la disparità di genere – di ieri e di oggi – le responsabilità non richieste imposte
alle donne e la difficoltà di fare le proprie scelte in contesti estremamente patriarcali.
A detta di Paolo Zucca “un film sull'autodeterminazione e sulla lotta per la libertà, sul libero arbitrio, un film di
leggerezza dove si ride. Non vuol essere, dunque, un film rivendicativo, ma un film di creazione con al centro
la figura di una giovane Maria che lotta per la libertà, che danza, sogna e vuole leggere e scrivere”.
Un respiro contemporaneo e universale, dunque, per un film girato interamente in Sardegna, in alcune delle
aree naturalistiche e archeologiche più evocative dell’isola: dalla basilica paleocristiana di San Giovanni di
Sinis, nel territorio di Cabras – diventata la sinagoga di Nazareth – passando per il parco del Colle di San
Michele, alle porte di Cagliari, la Villa Sant’Antonio, in Marmilla, il complesso di origine vulcanica del
Montiferru, il boscoso altopiano di Abbasanta, il complesso nuragico di Tamuli a Macomer – scelto come
abitazione di Giuseppe – e l’area del fiume Flumendosa tra Gadoni e Seulo.
A dialogare con il regista in sala prima e dopo la proiezione, Alessandra Sento, direttrice della Società
Umanitaria di Alghero.